Sull’invidia malevola per chi ha successo

augustoIl punto di partenza che dovete comprendere prima di partire, è che per l’uomo differenziato Tradizionale, l’umanità non stia andando incontro ad un’evoluzione bensì si stia inesorabilmente involvendo e cadendo in un periodo sempre più oscuro.

Questo soprattutto dal punto di vista della “sanità mentale” che sottende ad un forte centro ed equilibrio spirituale.

Detto con parole più semplici, ci fu un periodo di ordine, sintesi perfetta di rilfessione e azione come quella del mondo Ellenico e Romano dei quali siamo di diritto i discendenti (purtroppo decaduti ahimè) al quale ha fatto seguito un periodo di oscurantismo che è finito nell’Età del Ferro o Kali Yuga nel quale viviamo attualmente. (Per approfondimento sintetico :http://it.wikipedia.org/wiki/Kali_Yuga)

Ora, con l’oscurantismo sono venute due correnti di pensiero che si sono succedute ed intersecate. In particolare gli Italici sono caduti vittima della morale cattolica e della corrente economico-filosofica-politica meglio nota come comunismo.

Entrambe queste culture, nate a modo loro per creare il caos e muovere i sentimenti meno nobili degli individui meno evoluti, hanno portato un pensiero antitetico rispetto alla società Tradizionale, che può essere riassunto brutalmente in : “Siamo tutti uguali”.

La brutta verità: non siamo uguali per un cazzo

Ogni forma di civiltà tradizionale é caratterizzata dalla consapevolezza che vi siano persone di una superiorità innata e/o acquisita rispetto alla normale condizione umana. Era chiaro, lampante ed era nell’ordine delle cose che volgevano al Bene.

Questi individui superiori, incarnavano il fondamento dell’autorità, che fossero Re o capi militari o sapienti, proprio per questa loro qualità trascendente e non soltanto umana.

Manca invece completamente alla società Tradizionale la concezione che si possa avere autorità semplicemente con la forza, la violenza, il sotterfugio e men che meno la truffa o altri comportamenti criminosi.

Allo stesso tempo era comunque impensabile che si raggiungesse l’autorità solo con l’utilizzo di qualità terrene, quali l’intelligenza, l’abilità, la saggezza.

In altre parole, l’autorità Tradizionale deriva dalla Capacità di alcuni individui particolari di rendersi tramite del divino per il bene del popolo.

Servio ricorda chiaramente come “Fu consuetudine dei nostri Avi che il Re sia altresì pontefice e sacerdote” e così come ricordato nella tradizione norrena l’imperativo “Chi è capo ci sia ponte” (cit. Rivolta contro il mondo moderno).

Vocazione ed Evocazione

Quando si parla di “vocazione” nel mondo moderno, si tende a pensare esclusivamente a quel sentimento molto forte (tale o presunto) che dovrebbe avere una persona quando sente il “richiamo” per divenire prete.

In realtà questo concetto, tradizionalmente appartiene a tutte le persone. Tutte le persone sono vocate, cioè “sentono una voce che le attira” a fare qualcosa.

Stephen Covey nel suo ottimo libro “L’ottava regola”, parla approfonditamente di questo concetto, definendolo come “trova la tua voce”.

Pur condividendo in buona parte il ragionamento che vi è sottinteso, Covey da buon uomo “moderno” e pure yankee, quindi assolutamente privo della capacità di comprendere determinati concetti, erra su un punto fondamentale (sì, che ci crediate o meno VOI Italici avete capacità che non usate assolutamente, che agli yankee sono proprio precluse, quindi vaffanculo doppiamente se buttate via la vostra vita in sciocchezze).

L’errore di Covey sta appunto nel ritenere che tutti siano portati a compiere qualcosa di “grande”, “epico”, ecc…ecc… e che se uno ha ancora le idee confuse o non ci riesce è perchè ancora non ha “trovato la sua voce”.

In realtà non è così. Tutti hanno già la loro vocazione, ma sono essenzialmente due cose che fanno “uscire pazze” le persone:

1 il già citato concetto che “siamo tutti uguali”

2 il relativamente recente fenomeno del “marketing” che porta tutti a desiderare tutto e a perdere il senso della propria posizione e della misura

Sull’invidia moderna

Entrambe queste degradazioni moderne, generano o meglio alimentano in maniera incontrollata quel sentimento che avete chiamato “invidia” nei vostri spunti.

In realtà l’invidia è un sentimento atavico, e per quanto possa sembrare strano e controintuitivo, se ben canalizzato è un sentimento sano.

E’ l’invidia che ti spinge a lavorare quell’ora in più, ad alzarti un’ora prima, a fare quel gesto in più, quella telefonata in più, quella trattativa in più.

L’invidia, inteso come è atavicamente cioè “sincera ammirazione per l’altrui successo e voglia di emularne le gesta”, è un sentimento SANO.

Quello che voi definite oggi come “invidia” invece è la sintesi moderna di “invidia + pazzia”. Non sono la stessa cosa.

Sui “ruoli” dell’odierna società

Tornando al concetto della vocazione, in ottica tradizionale è un derivato dell’evocazione.

Per evocazione si intende il motivo per il quale sei stato letteralmente chiamato sul piano terreno dal mondo spirituale (e-vocato, chiamato da).

La nascita è l’atto dell’evocazione, per capirsi terra terra.

Ora, per l’uomo Tradizionale differenziato, si è chiamati a vivere terrenamente per assolvere ad un compito che ci è letteralmente “stato affidato”.

Per questo, per semplicità di classificazione dei “compiti” e della vocazione naturale che ognuno ha, furono create concettualmente le caste.

Caste non col significato negativo che hanno oggi (perchè se siamo “tutti uguali” è sbagliato “dividere” le persone), ma appunto come indicazione sovra-terrena del nostro compito in vita. Oggi lo direste “ruolo nella società” ma è la stessa cosa.

Alcune persone eccezionali, hanno la capacità di decidere in che epoca e in che “ruolo” re-incarnarsi. Questo in alcuni casi per farsi a guida del popolo in varie fogge e maniere, oppure al contrario per sottoporsi a un cammino di purificazione/elevazione/espiazione partendo da ruoli umili per poi “risalire” al ruolo che gli spetta (o cadere più in basso in caso di fallimento).

Ora andando al pratico e detto terra terra: nel mondo Tradizionale, è normale e assolutamente naturale che la maggioranza assoluta delle persone abbia come “vocazione” quella di eseguire un lavoro manuale dignitoso, portare a casa la pagnotta per sè e per i propri cari, sentirsi bene con sè stesso ed essere rispettato ed amato da cari e conoscenti.

Sono quelle persone che oggi chiamereste “dipendenti” ma “dipendente” è una parola relativamente moderna e implica connotazione che non sono corrette.

Nell’ambito delle “caste” o “ruoli sociali”, parleremmo di Shudra o Plebei, cioè di persone che non hanno contatto diretto con il Divino. Sono contemporaneamente e-vocati e vocati al lavoro manuale e sono pienamente appagati e felici di vivere la loro vita in questa maniera.

E sono rispettati per questo anche da coloro che appartengono a classi superiori (guerrieri, capi, sacerdoti) che hanno il compito di prendersi cura di loro a vari livelli.

“Plebei poveri stronzi discriminati” è una falsità della concezione moderna anti-Tradizionale figlia del “siamo tutti uguali” (no, non lo siamo) per la quale si rinnega il principio di evocazione -vocazione e la realtà che i “Patrizi” esistano per un motivo preciso (Patrizio- che ha padri/antenati divini).

Esiste invece chi, come abbiamo già detto, avverte una certa “inquietudine” nel ruolo nel quale nasce (e ribadisco, vi è nato per un preciso motivo).

Sente chiaramente che il ruolo che gli è stato affidato non gli piace, non gli basta o gli è troppo largo, sia in un senso o nell’altro.

Abbiamo infatti casi di rampolli di famiglie molto ricche che si danno all’autodistruzione o all’esilio (e non sono rari) così come abbiamo i self made man (circa l’80% dei milionari sono di prima generazione, cioè i soldi li hanno guadagnati, non ereditati o sposati) che hanno raggiunto il successo “travalicando” i limiti di nascita e raggiungendo traguardi che apparentemente gli erano preclusi.

La scalata delle caste e “l’eroico coraggio”

Come già accennato più volte, in origine era perfettamente possibile anche sul piano terreno, travalicare i limiti della propria casta di appartenenza.

Ma per farlo, era necessario sottoporsi ai “riti di iniziazione” che passavano dalla incontrovertibile e continua manifestazione di Eroico Coraggio.

Tralaltro, anche i “nobili” stessi anticamente dovevano sottoporsi a questi riti. E’ noto infatti che “Anche un Arya (nobile) non è diverso da uno Shudra (lavoratore) prima di essersi sottoposto ai riti.” (Che poi questa Tradizione si sia persa nei secoli è un altro paio di maniche, ma lasciamo perdere sennò non finiamo più).

Era così ad esempio che sin nell’oscuro Medioevo, fosse possibile per una persona di natali non nobili travalicare la propria casta e divenire Cavaliere (cioè nobile-guerriero).

Ora, in termini moderni, il concetto di “Eroico Coraggio” passa innanzitutto dalla corretta definizione di essere uomo differenziato (dalla massa sub-umana, cioè che vive secondo stimoli-impulsi prevalentemente infero/animaleschi), secondo la definizione di Evola : “Ti è lecito fare ciò da cui sai, se vuoi, di poterti anche astenere”.

In termini molto semplici, la scalata di ruoli sociali, casta o come meglio preferite chiamarla, passa dal fatto di rinunciare non solo a tutte quelle cose che non ci piacciono della nostra posizione, ma anche e soprattutto quelle che ci piacciono.

La rinuncia TOTALE alla base del coraggio

Da lavoratore manuale a condottiero ad esempio, non si passa solo cercando di fuggire dalle condizioni che non ci piacciono, ma assumendo in toto il proprio ruolo, rifuggendo anche tutti ciò che “ci piace”.

Non si può essere condottiero con le abitudini piacevoli della casta alla quale si apparteneva prima, ma bisogna spoliarsi in toto di ciò che ci apparteneva prima, anche in termini di abitudini, usi e costumi del vecchio “me”.

Detto in maniera terra-terra : Non puoi avanzare di classe nè reclamare nessun diritto, finchè non sei disposto a capire che devi rinunciare prima a TUTTO ciò che sei oggi, per trasformarti nell’individuo che vuoi divenire.

Detto ancora più terra terra: quali sono i “vizi”, i “piaceri”, le “cose che ti concedi” o peggio ancora “le cose alle quali non rinunceresti mai”?

Bene, se ti prendi un attimo di tempo e stili una lista, ti accorgerai che hai una luuungaaa serie di cose, esperienze, ricorrenze, abitudini ma anche persone che letteralmente “ti tengono inchiodato” alla tua condizione attuale.

Per poterti “evolvere”, devi letteralmente in qualche modo gettare sia il bambino che l’acqua sporca.

Non puoi limitarti a dire: “Voglio fare più soldi, fare quel cazzo che mi pare ma continuare a andare allo stadio la domenica, la sera playstation e rutto libero e quando ho finito le mie 8 ore non mi dovete più parlare di lavoro. E sì, al mio apericena con gli amici/le amiche e il Sabato di shopping non rinuncio”.

Semplicemente perchè non è così che funziona. Che ti piaccia o meno. Fine.

Ho detto “Fine”.

Esiste invece un passaggio necessario, un rito di iniziazione, che una volta “cancellava” il fanciullo col fuoco per far spazio all’Uomo definito, che oggi devi rimettere in atto. Devi cancellare col fuoco ciò che sei, per diventare ciò che vuoi divenire.

Le ragioni del successo

Andando quindi a sintetizzare:

1 Non siamo tutti uguali. Si viene al mondo con ruoli diversi, funzioni diverse e diverse capacità. Fine. Questo è un BENE e ognuno dovrebbe essere contento di seguire la propria e-vocazione tramite la propria vocazione, senza “sentirsi inadeguato” perchè qualcuno ha più di lui o raggiunge più di lui o ha poteri, qualità materiali e immateriali che tu non avrai mai.

2 Se continui con la morale catto-comunista del “siamo tutti uguali”, è normale che divieni un pazzo sclerotizzato e incapace (è il motivo per il quale un certo tipo di “morale” è stata creata, tranquillo).

Perchè se non accetti con serenità il tuo posto nel mondo, significa per forza una cosa sola: “Se siamo tutti uguali, allora chi ha più di me o raggiunge più di me DEVE per forza essere più fortunato, o una merda che passa sopra agli altri o un delinquente che ottiene le cose scorrettamente… perchè SIAMO UGUALI e quindi non c’è altra risposta!” (mettici che siamo nel Kali Yuga ed è vero che vi siano brutte persone che ottegnono potere sul piano materiale con la scorrettezza e hai chiuso la gabbia d’acciaio intorno alla tua mente che ti intrappolerà per sempre).

3 Le persone superiori esistono, e grazie al loro essere, al loro fare, al loro agire da Ponte tra il piano naturale e il piano superiore, irradiano il mondo dei loro pari (tra i quali però sono Primi per diritto di nascita o appreso) di influenza benefica e Divina, facendo da diga alle forze oscure che vengono dal piano sub-umano e infero.

Ancora oggi, in un mondo di caos totale, basta vedere cosa si irradia da una persona che ha raggiunto o possiede un certo grado di autorità per riconoscere la sabbia dall’oro. Basta aprire gli occhi.

4 Stare attenti alle seduzioni del cosidetto “pensiero positivo”. Se è vero che certe cose si possano fare sicuramente con un maggior focus e credo, è puranco vero che certi limiti sono intravalicabili per determinate persone.

Prendiamo il concetto del “modellamento” tanto caro alla PNL. E’ vero entro certi limiti ( schemi mentali tutto sommato interessanti ) ed è assolutamente falso oltrepassata una certa soglia.

Senza citare l’esempio classico che “non puoi modellare Michael Jordan” (che è sacrosanto e vero se compreso), il discorso è ancora più complesso di così.

Il Pontifex, il Re, il Capo, il Condottiero, il Guerriero (tutti archetipi che oggi sono scomparsi, o meglio non sono nel ruolo dove dovrebbero essere spesso sostituiti da vili e farabutti o semplicemente ricoprono ruoli che non ti aspetteresti mai) NON sono modellabili.

Questo perchè questi Patrizi moderni, che seppur nascosti vivono ancora in mezzo a noi, non sono tali solo in virtù di una superiorità intellettiva, ma come sapevano benissimo i nostri Padri, ricevono “informazioni sottili” direttamente dall’Alto, che non possono essere modellate. Chi crede il contrario è uno sciocchino ignorante, sorry 

Quella cosa che viene chiamata volgarmente “corona”, che si trova nelle raffigurazioni posta sul capo del “Re”,dei condottieri, o anche nei dipinti dei “santi” a mo’ di cerchio intorno al capo (no, non è un aureola quella che vedete), rappresenta il “chakra” Coronale, cioè il portale d’accesso attraverso il quale le persone superiori ricevono informazioni, guida e ispirazione direttamente dal piano sovra-naturale. Provate a “modellare” quello: non è possibile. 

Detto volgarmente : uno Shudra può modellare uno Shudra più bravo di lui magari, ma non può modellare uno Kshatrya (capo guerriero) o un Brahamana (sacerdote) e viceversa ovviamente.

Il tipo di “informazioni” che possono processare e che determinano il proprio “destino” sono diverse e viaggiano su canali insondabili per chi non vi ha accesso diretto.

5 Si può “oltrepassare” la propria condizione di nascita? Certo, ma solo per alcune persone (rare) e pochissimi dovrebbero provare a farlo.

Questa è la realtà dei fatti, ed è il motivo per il quale “se vuoi puoi” non è vero ma una panzana new age moderna.

La realtà è che “No, non puoi, non dovresti nemmeno sentirne il bisogno se non fosse che quando accendi la televisione il mondo è progettato per farti sentire un coglione se non hai il Rolex e se il tuo vicino ce l’ha rosichi il doppio”.

Ciò detto, chi sente una sincera e naturale pulsione a scavalcare la propria condizione di nascita, deve essere pronto a lasciarsi alle spalle con Eroico Coraggio, TUTTO ciò che è oggi.

Il passaggio è TOTALE o NON E’.

Per questo, la completa maggioranza (ma potremmo dire tutti) di coloro che provano il “pensiero positivo” fallisce miseramente.

– la quasi totalità di loro non ha il “sangue” per passare di livello. Non è compito tuo andare in un’altra casta. Sei solo una persona che non sa dove dovrebbe stare ed è stata resa pazza e instabile dalla società moderna.

– di quei pochi che avrebbero il “diritto di nascita” per provarci, la maggior parte “cade” sotto il rito di iniziazione moderno, cioè l’incapacità di rinunciare a ciò che sono oggi (vizi, abitudini, contatti con persone parassitarie, riti scorretti, piaceri non sani ecc…ecc…) per divenire de facto ciò che sono in potenza.

Detto più facilmente : un lombrico non diventerà mai farfalla. Ma anche la maggioranza dei bruchi in epoca moderna, preferisce rimanere dentro al bozzolo e non spiccare mai il volo.

Ora la vera questione che devi porti non è nè mai deve più essere rivolta a denigrare o invidiare il successo altrui quanto in un profondo processo di “conosci te stesso”.

Le strade sono due se oggi non hai ciò che vorresti:

1 Sei solo una persona resa confusa dal mondo e che dovrebbe trovare realizzazione completa in ciò che già fa ed è senza mettersi a paragone con gli altri nè invidiarli o denigrarli (Lo Shudra che accetta spiritualmente di essere Shudra e “ricompone” la sua anima con ciò che fa in vita).

2 Nel rarissimo caso tu sia una persona “fuori posto”, quali sono le cose alle quali non stai rinunciando che ti impediscono di fare il “passaggio del fuoco”? Quel rito di purificazione basato sull’eroico coraggio che ti rende un uomo tradizionale differenziato e ti permette di realizzare completamente ciò che sei solo in potenza?

Ora vi lascio, perchè ho già scritto troppo…

14 thoughts on “Sull’invidia malevola per chi ha successo

  1. Andrea Armando Bisso

    Sei un grande!! Grazie per questi spunti davvero “svelanti”. Se possibile, in questo nuovo contesto, potresti inserire qualche spunto bibliografico? So bene che la ricerca va’ compiuta come un viaggio senza mappa, quindi niente “pappa pronta”…ma una traccia aiuterebbe molto 🙂

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    1. Ulyssēs

      Ciao Andrea

      Certamente. Se leggi bene l’articolo puoi trovare citazione del testi di riferimento fondamentale : “Rivolta contro il mondo moderno” di Evola. Anche il titolo del blog dovrebbe darti un “forte indizio” 😉

      Reply
      1. Andrea Armando Bisso

        Evola, grande maestro e già da me visitato in età adolescenziale, è già in arrivo. Grazie, Ulisse….

        Reply
        1. Ulyssēs

          da ragazzino non puoi comprenderlo. A dir il vero è inintelligibile anche dalla maggioranza delle persone in età adulta.

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  2. Romana

    Grazie mille Frank per questo nuovo notevole punto di riferimento.
    (Sono una rompiballe se chiedo la possibilità di una sottoscrizione in modo che gli articoli mi arrivino direttamente via mail?
    Grazie ancora)
    Romana

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  3. Mattia

    Mi piace la critica alla mentalità del “siamo tutti uguali” e alle idee cattocomuniste che hanno inculcato alla maggior parte di noi.
    Articolo interessante, l’ho letto con piacere, ma la teoria secondo la quale il nostro posto è deciso alla nascita è (parere mio) piuttosto ridicola, lo sa qualunque persona abbia cambiato la propria vita in qualche modo.

    Ci sono delle persone che per motivi ambientali e di storia di vita possono arrivare a certi risultati senza accorgersene, il settimo chakra può essere più sviluppato in certe persone, ma può essere sviluppato da chiunque, chiunque può avere un contatto il divino, sta a noi acuire il legame.

    Altri invece (la maggior parte) nascono in un ambiente sfavorevole, e piano piano la prigione diventa sempre più stretta e forte, e va a finire che si accetta di essere quello che ci dicono gli altri, ma la capacità di distruggere la prigione è sempre in mano nostra e di nessun altro.

    Le energie sottili e divine ci pervadono tutti allo stesso modo, sta a noi la decisione di diventare ciò che vogliamo. Chiaro che chi più anni hai vissuto nella prigione più sarà difficile distruggerla.

    A mio avviso una vita decisa alla nascita non varrebbe nemmeno la pena di essere vissuta, sarebbe solo una triste rottura di palle.

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  4. Gim

    A tuo parere, o secondo le scritture, c’è un modo per capire di quale “casta” facciamo parte e “se” siamo “fuoriposto”?

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    1. Ulyssēs

      Gianmassimo, in realtà il metodo è piuttosto semplice o meglio, non c’è un metodo. E’ nella natura delle persone “normali” il sentire la propria vocazione.

      Il problema è fare mente pulita da tutto il caos creato volontariamente dall’ambiente, dal marketing, dalle pulsioni della società ecc…

      La strada è quella del “conosci te stesso”. Le domande da porti sono piuttosto semplici in realtà, del tipo “Se io non avessi pressioni esterne, da parte dei mass media, dei genitori, dei conoscenti, ecc…ecc… cosa sento intimamente che mi piacerebbe fare? Come mi piacerebbe vivere? Cosa mi farebbe stare sereno, appagato e in fin dei conti felice?”.

      C’è chi sente di poter contribuire a sè stesso, ai suoi cari e alla società svolgendo un certo tipo di lavoro o professione. Altri che sentono invece pulsioni in direzioni differenti.

      L’abilità sta nella capacità di “sentire” dopo aver “creato il silenzio” intorno a sè.

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  5. Romana

    Per essere una che sta nel “silenzio” di cui scrivi, parlo anche troppo

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  6. fede

    Ciao. Ma queste persone di categoria superiore hanno anche un’energia spirituale o morale diversa? una volta mi è capitato di vedere un tipo entrare in un locale irradiare un’energia stupefacente, quasi magnetica…come è spiegabile un simile fenomeno?

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    1. Ulyssēs

      Ciao Fede. Vi sono persone che “emanano” un’energia molto densa e particolare. Il problema è che non tutti sono votati al Bene, quindi bisogna stare attenti 😉

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